Expres. 16 gennaio 2000. Ipertesto

a cura di Clara Mitola

© Massimo De Vita

Il racconto Expres. 16 gennaio 2000 è un estratto dal romanzo Expres di Mihnea Mihalache-Fiastru edito nel 2019 da Curtea Veche Publishing, Bucarest e qui tradotto in italiano da Clara Miotola. Qui di seguito pubblichiamo i dettagli dell’opera a cura della traduttrice.

Trama e Stile

Expres è un volume di prosa documentaria, strutturato come una raccolta di racconti dal forte impatto visuale e incentrati sulla città di Bucarest nei diversi periodi della sua storia recente, dagli ultimi anni di comunismo alla Rivoluzione del 1989, e fino alla transizione degli anni ’90 e 2000. Quello che Mihalache-Fiastru fotografa (e di cui è attento osservatore) è un mondo fragile e incerto, che teme il futuro (confuso e fosco, durante come dopo il comunismo) ed è pieno di contraddizioni, un mondo animato da una galleria eterogenea di personaggi (spacciatori, contrabbandieri, operai, affaristi, ladri di auto, dissidenti alcolizzati, organizzatori di lotte clandestine tra cani, speculatori, popi ortodossi) e situazioni. Ciò che infatti all’autore interessa davvero documentare sono le vite e le realtà marginali, le sottoculture di quartiere che durante la transizione postcomunista cambiano forma rapidamente, nate e morte quasi senza lasciare traccia di sé nel presente della città. Più concretamente, la successione dei racconti (priva di un ordine cronologico) guida il lettore attraverso una Bucarest sempre in divenire, tra i bloc in costruzione o in demolizione, nei parchi, in appartamenti per famiglie, in riva ai laghi, lungo i bulevard socialisti e le piazze centrali, per tantissime strade secondarie e in tutte le direzioni. Questa molteplicità geografica si riverbera naturalmente sui personaggi che appaiono in Expres (scollegati tra loro, anche se non del tutto), tipi umani differenti, ciascuno con un suo modo di essere e di raccontare le proprie ricette di sopravvivenza. Lo stile di Mihalache-Fiastru, spesso in bilico tra descrizione e confessione, ironico e cinico, riproduce agilmente lo slang specifico di ogni ambiente, è secco e privo di fronzoli, preciso senza indugiare in dettagli superflui, teso a riprodurre tutto in modo quanto più oggettivo, pur non nascondendo la leggera malinconia che questo mondo scomparso genera nella sua voce narrante.

Recensioni

Dilema Veche – Marius Chivu (critico letterario, prosatore, poeta) Mihnea Mihache-Fiastru è un tizio uscito quasi dal nulla che sembra provenire da qualsiasi luogo. […] La predilezione per gli ambienti, i soggetti e i fenomeni marginali, al limite della sociologia urbana, spiega anche la struttura del libro Expres, che non è un romanzo in base a nessuno standard, ma sarebbe potuto essere un eccellente volume di prose brevi, se fosse stato gestito come tale. Ciò che rimane però è un libro sperimentale di docufiction soprattutto in prima persona, in cui scene, momenti e storie personali esplorano principalmente il periodo della transizione a Bucarest […]. Composto da una serie di episodi, il libro di Mihnea Mihalache-Fiastru si costituisce come un puzzle eterogeneo dal punto di vista dello stile, privo di una struttura narrativa e di personaggi di ampio respiro, ma non meno gradevole e divertente (nel senso di entertainment), disseminato di scene violente (inseguimenti in auto, pedinamenti della Securitate, traffico di droghe, combattimenti tra cani), comiche o cariche di nostalgia quando una voce racconta con emozione dei “cantieri della mia infanzia”, quasi in risposta alla retorica comunista, e della classe operaia, “una generazione traumatizzata e dimenticata” che “ha sofferto moltissimo dopo la Rivoluzione” e i cui figli “sono stati abbandonati dalla democrazia”.

Prăvălia Culturala – Andreea Pop Expres non è evidentemente un volume di prosa breve, per lo meno non uno che soddisfi tutti i criteri classici del genere, nonostante le “entrate diaristiche”, che l’autore colleziona, si leghino tra loro, e non una sola volta, grazie a determinate figure ricorrenti; abbozzate rapidamente, alle volte in modo premonitore in altri episodi, alcune ricompaiono più tardi, chiarendo la propria biografia. Non si costruisce però in nessun momento la premessa di una narrazione d’intento letterario, e i “ritagli” di Mihnea Mihalache-Fiastru sembrano piuttosto derivati da un’ambizione documentaria. Perfettamente allenato alle realtà che descrive, parlando cioè dal centro delle cose, con cognizione di causa, l’autore struttura i suoi “rapporti” narrativi in un ordine cronologico aleatorio […]. Ad ogni modo, senza sostenere in modo esplicito nessuna delle due forme, sospeso cioè tra i rigori della costruzione di entrambe, Expres è un volume inedito nel paesaggio romeno, perché ricorda quel new journalism teorizzato da Tom Wolfe nell’antologia con lo stesso nome del 1973. Anche nel libro di Mihalache-Fiastru, la finzione sembra abbandonata, o meglio, manipolata in favore di una prosa da reportage che assimila la libertà d’azione del giornalismo. […] Nel complesso, come emerge anche dal titolo, il volume è un viaggio quanto meno vibrante nella Romania postceaucista del disordine sociale seguito alla caduta del regime, portato avanti con molta energia e con la passione di un collezionista raffinato; per il modo in cui raccoglie i dettagli definitori del periodo e della mentalità collettiva, può essere senz’altro considerato vicino alla prosa sulla transizione romena. Senza eccellere nella costruzione e senza offrire frasi memorabili, Expres è piuttosto un inno hard-boiled, eseguito con frenesia, della Città e della cultura marginale che l’ha consacrata.

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