di Claudia Conte

© Francesco Sambati
Se arriva la fine del mondo i tuoi segreti confidali ai vegetali
di Claudia Conte
Mi hai detto un giorno: non ho mai amato nessuna, con te ho costruito. E se è vero che i sinonimi non esistono se non per mentire, allora tu quel giorno pensavi che fare una casa attorno a questo amore grande sarebbe stato meglio che dirsi che esisteva.
L’amore cambia, muta forma e noi lo cerchiamo a mani nude. Siamo rabdomanti di materia ma non lo chiamiamo mai col suo nome. Evitiamo accuratamente di pronunciarlo, così ci teniamo una via d’uscita pronta, per andare dove, non lo sa nessuno. Una casa, per quelli come noi, non è un rifugio ma una responsabilità.
Allora i tuoi segreti confidali ai vegetali, dice una poesia di Chandra Candiani, scrivi le bugie e i sogni sulle loro cortecce, loro li assimilano meglio, muoviti come fanno i tarli.
Una volta ho letto che quando ci si avvicina all’amore si prova qualcosa di simile al momento in cui la morte ci viene incontro. L’amore per provare a sopravvivere è stato un fallimento, questo possiamo dircelo con la voce alta.
I tarli, sono la cosa più viva ma anche la più simile ai vermi: mangiano i morti. Il tarlo è un essere xilofago, che si nutre di legno vivo o morto. Il nutrimento arriverà, che il legno lo voglia o no. Lui penetra lento, sicuro, scava, si insedia.
Il ciclo vitale del tarlo può durare molti anni. La scelta del trattamento dipende da diversi fattori: tipo di attacco, se c’erano stati attacchi pregressi, se c’erano attacchi in corso. La storia del soggetto attaccato è fondamentale per la cura e per fare la conta dei danni.
I tarli fanno graffiti per parlare con noi, ma anche per parlarsi fra loro. Iscrizioni di amore senza toccarsi, lasciate lì per mondi futuri, post-distruzione. Fori come elementi grafici, significanti di un linguaggio di terra colonizzata, la nostra. Senza umani, senza cuori.
Sospesi a metà fra ricordo e amnesia, ci guardiamo con il nostro caffè nero di mattina, il sole taglia a metà la stanza, mi sorridi, poco prima di renderti conto che stai guardando la fine del mondo.