Proteine. Ipertesto

di Livia Del Gaudio

© Edona Demiraj

La capacità di legarsi

di Livia Del Gaudio

Il nome proteine – dal greco pròtos, «primo» – fu proposto dal chimico svedese Jöns Jacob Berzelius nel 1838: indicava una categoria di sostanze organiche contenenti quattro elementi: carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto.

Insieme a Robert Boyle, John Dalton e Antoine Lavoiser, Berzelius è uno dei fondatori della chimica moderna e a lui la Svezia tributa un giorno di festa, il “Berzelius Day”, che si celebra ogni 20 agosto. Nonostante Jöns Jacob iniziò la sua carriera come medico, è all’elettrochimica, ai legami chimici e alla stechiometria che deve la sua fama: fu tra i primi ad articolare le differenze tra composti inorganici e organici; ad integrare con rigoroso empirismo le nuove scoperte alla somma delle teorie già conosciute; a utilizzare il sistema della cella elettrochimica per decomporre composti chimici in coppie di componenti elettricamente opposti.

La principale caratteristica delle proteine, quella che permette loro un insieme diversificato di funzioni, è la capacità di legarsi ad altre molecole in modo specifico. All’interno di ogni cellula, le proteine hanno un ruolo fondamentale: possono svolgere funzione strutturale, immunitaria, di trasporto, di identificazione dell’identità genetica, ormonale, enzimatica, contrattile, energetica e questo perché capaci di costituire grosse catene caratterizzate da una funzione biologica comune.

Per gran parte della vita, Berzelius soffrì di diverse patologie. Alle frequenti emicranie fece seguito la gotta che iniziò a mostrare i suoi effetti intorno ai quarant’anni. Si riportano inoltre numerosi episodi di depressione. 

Nel 1818 fu colto da esaurimento nervoso, imputato allo stress lavorativo. Dietro consiglio medico iniziò a viaggiare. Si recò in Francia e, invece che riposarsi e godere del clima temperato, finì per lavorare nei laboratori chimici di Claude Louis Berthollet. 

Si sposò un’unica volta all’età di 56 anni. La scelta ricadde su Elisabeth Poppius, figlia di un ministro del governo svedese, 32 anni più giovane.

Fu seppellito 13 anni più tardi nel cimitero di Solna, letteralmente cimitero nord, il luogo di sepoltura più grande di Stoccolma.

Una volta estratte dalle cellule ed essiccate, le proteine si presentano come polveri bianche o giallo chiaro; insapori, inodori. Sciolte in acqua, formano una soluzione colloidale, diversa da una soluzione vera e propria – come, ad esempio, quella di acqua e sale: un liquido leggermente viscoso, poco stabile, sensibile alle alte temperature o in presenza di acidi e di basi forti.

Ciò vuol dire che, in condizioni estreme, le proteine si denaturano facilmente: la loro struttura spaziale si trasforma perdendo qualunque capacità funzionale.

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